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Riparazione percutanea o trattamento medico per il rigurgito mitralico secondario


Nei pazienti con insufficienza cardiaca cronica con ridotta frazione di eiezione ventricolare sinistra, una grave insufficienza della valvola mitralica secondaria è associata a una prognosi sfavorevole.
Non è noto se la riparazione percutanea della valvola mitrale migliori gli esiti clinici in questa popolazione di pazienti.

Sono stati assegnati in modo casuale pazienti con grave rigurgito mitralico secondario ( definito come un'effettiva area dell'orifizio rigurgitante superiore a 20 mm2 o un volume di rigurgito superiore a 30 ml per battito ), una frazione di eiezione ventricolare sinistra tra il 15% e il 40% e insufficienza cardiaca sintomatica a sottoporsi a riparazione percutanea della valvola mitrale in aggiunta a terapia medica ( gruppo di intervento, 152 pazienti ) o a ricevere terapia medica da sola ( gruppo di controllo, 152 pazienti ).

L'esito primario di efficacia era un composito di morte per qualsiasi causa o ospedalizzazione non pianificata per insufficienza cardiaca a 12 mesi.

A 12 mesi, il tasso di esito primario era del 54.6% ( 83 su 152 pazienti ) nel gruppo di intervento e del 51.3% ( 78 su 152 pazienti ) nel gruppo di controllo ( odds ratio, OR=1.16, P=0.53 )

Il tasso di morte per qualsiasi causa era del 24.3% ( 37 su 152 pazienti ) nel gruppo di intervento e del 22.4% ( 34 su 152 pazient i) nel gruppo di controllo ( hazard ratio, HR=1.11 ).

Il tasso di ospedalizzazione non-pianificata per insufficienza cardiaca è stato del 48.7% ( 74 su 152 pazienti ) nel gruppo di intervento e del 47.4% ( 72 su 152 pazienti ) nel gruppo di controllo ( HR=1.13 ).

In conclusione, tra i pazienti con grave rigurgito mitralico secondario, il tasso di morte o ospedalizzazione non-pianificata per insufficienza cardiaca a 1 anno non differiva significativamente tra i pazienti sottoposti a riparazione percutanea della valvola mitrale in aggiunta a terapia medica e coloro che hanno ricevuto solo terapia medica. ( Xagena2018 )

Obadia JF et al, N Engl J Med 2018; 379: 2297-2306

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