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L’antagonista del recettore GP IIb/IIIa, Abciximab, negli interventi percutanei coronarici


L’Abciximab ( ReoPro) è un anticorpo monoclonale chimerico topo-uomo, diretto contro i recettori della GlicoProteina ( GP) II a/III b, posti sulla superficie delle piastrine. L’anticorpo rimane legato al recettore per quasi 15 giorni.
Abciximab è disponibile per somministrazione endovenosa ed è raccomandata l’associazione all’Aspirina o all’Eparina.

Nello studio EPIC ( N Engl J Med 194; 330: 956-961), che ha coinvolto 2.099 pazienti sottoposti ad angioplastica ad alto rischio ( persone affette da infarto miocardico acuto di insorgenza inferiore alle 12 ore o angina instabile) l’aggiunta di Abciximab all’Eparina ha ridotto l’incidenza di mortalità, infarto miocardico e necessità di una urgente rivascolarizzazione, dal 12.8% all’8,3% a 30 giorni.
Il sanguinamento è risultato aumentato di 2 volte dopo l’aggiunta dell’Abciximab.

Nello studio CAPTURE ( Lancet 1997; 349: 1429-1435) i pazienti con angina instabile refrattaria, trattati con Eparina ed Abciximab hanno presentato un end-point combinato primario ( morte, infarto miocardico, rivascolarizzazione d’urgenza) più basso rispetto a quello ottenuto dai pazienti trattati con la sola Eparina ( 11,3 % versus 15,9%).

L’efficacia dell’associazione Abciximab ed Eparina è stata anche dimostrata nello studio EPILOG ( N Engl J Med 1997; 336: 1689-1696).
A 30 giorni la percentuale di morte , infarto miocardico o rivascolarizzazione urgente è stata del 5,2% con Abciximab ed Eparina a basso dosaggio e dell’11,7% con la sola Eparina a dosaggio standard.

Lo studio EPISTENT ( Lancet 1999; 354: 2019 – 2024) ha dimostrato che l’end-point primario nei pazienti sottoposti ad impianto di stent e alla somministrazione di Abciximab ed Eparina è stato del 5,3%, mentre con l’angioplastica e Abciximab + Eparina è stato del 6,9% e con impianto di stent e la sola Eparina del 10,8%.

L’impiego dell’Abciximab nel trattamento delle sindromi coronariche acute si è dimostrato deludente.
Nello studio GUSTO-ACS ( Lancet 2001; 357: 1915-1924), due regimi terapeutici di Abciximab sono stati confrontati con il placebo nei pazienti con angina instabile o infarto miocardico senza sopraslivellamento ST.
Il valore percentuale dell’’end-point combinato di morte o di infarto miocardico a 30 giorni è stato raggiunto dall’8% dei pazienti trattati con placebo e dall’8,2% dei pazienti trattati con Abciximab per 24 ore e dal 9,1% dei pazienti in cui l’antagonista GP II a / III b veniva somministrato per 48 ore. L’incidenza di sanguinamento è risultata leggermente maggiore nel gruppo Abciximab, così come la trombocitopenia.

Nel 6% dei pazienti trattati con Abciximab si sono generati anticorpi contro il farmaco.

L’ Abciximab trova controindicazione in: emorragia interna attiva, emorragia gastroduodenale o genitourinaria entro 6 settimane, storia di malattia cerebrovascolare entro 2 anni o una malattia cerebrovascolare con un significativo disturbo neurologico, somministrazione di un anticoagulante orale entro 7 giorni , trombocitopenia, operazione chirurgica importante o trauma entro 6 settimane, patologie intracraniche note quali emorragia cerebrale o malformazioni vascolari o aneurismi o neoplasie, grave ipertensione non controllata, storia di vasculiti, impiego del Destrano endovena prima o durante l’intervento percutaneo. ( Xagena2001 )


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