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Confronto tra i test di funzione piastrinica nel predire l’esito clinico nei pazienti che si devono sottoporre a impianto di stent coronarico


Un’elevata reattività piastrinica nel corso del trattamento è associata a eventi aterotrombotici in seguito a impianto di stent coronarico.

Un gruppo di Ricercatori del St Antonius Hospital, a Nieuwegein in Olanda, ha condotto uno studio per valutare la capacità di diversi test di funzione piastrinica di predire l’esito clinico.

Lo studio di coorte prospettico, osservazionale, in singolo Centro, ha riguardato 1069 pazienti in trattamento con Clopidogrel ( Plavix ) e che si dovevano sottoporre a intervento per l’impianto di stent coronarico.

L’endpoint primario è stato definito come un esito composito di mortalità per tutte le cause, infarto miocardico acuto non-fatale, trombosi da stent e ictus ischemico.
L’endpoint primario di sicurezza includeva i criteri TIMI ( Thrombolysis In Myocardial Infarction ) e il sanguinamento maggiore e minore.

A 1 anno di follow-up, l’endpoint primario si è manifestato più frequentemente nei pazienti con alta reattività piastrinica nel corso del trattamento, valutata mediante aggregometria a trasmittanza di luce ( 11.7% vs 6.0%; P minore di 0.001 ), VerifyNow ( 13.3% vs 5.7%; P minore di 0.001 ) e Plateletworks ( 12.6% vs 6.1%; P=0.005 ), che anche presentavano una modesta capacità di distinguere i pazienti con o senza un evento primario: aggregometria a trasmittanza di luce ( area sotto la curva, 0.63 ), VerifyNow ( area sotto la curva, 0.62 ) e Plateletworks ( area sotto la curva, 0.61 ).

IMPACT-R, Dade PFA collagene/ADP e Innovance PFA P2Y non sono stati in grado di distinguere tra pazienti con e senza endpoint primario a 1 anno di follow-up.

Nessuno dei test ha identificato i pazienti a rischio di sanguinamento.

In conclusione, tra i test di funzione piastrinica analizzati, solo aggregometria a trasmittanza di luce, VerifyNow e Plateletworks sono risultati significativamente associati all’endpoint primario.
Tuttavia, la loro accuratezza predittiva è risultata essere modesta.
Nessuno dei test ha fornito informazioni prognostiche accurate per identificare pazienti a basso rischio, ad alto rischio di sanguinamento dopo impianto di stent. ( Xagena2010 )

Breet NJ et al, JAMA 2010; 303: 754-762



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